RIFLESSIONI SULLA CONSULTA DSM ROMA 1 – 11/02/2022

RIFLESSIONI SULLA CONSULTA DSM ROMA 1 – 11/02/2022

11 febbraio 2022, Santa Maria della Pietà – Sala Basaglia, ore 10.00. Ha luogo la riunione mensile della Consulta del Dipartimento di Salute Mentale tandell’ASL RM1, ossia dell’organo che rappresenta il punto d’incontro e di scambio tra i responsabili dei servizi pubblici di salute mentale e i cittadini organizzati in associazioni di familiari, società scientifiche, organizzazioni di volontariato e rappresentanti dei municipi e del comune. I lavori della riunione, previsti nello spazio orario 10-12, si aprono con un consistente ritardo intorno alle 10.30.
Si inizia (punto 1) dall’approvazione del verbale, ad uso esclusivamente interno, della riunione precedente.
Viene poi data lettura del documento che la Consulta ha elaborato a seguito delle molteplici sollecitazioni nella riunione del 12/11/21 ed inviato ai rappresentati delle istituzioni sanitarie regionali il 7 dicembre (punto 2) per segnalare la necessità di incrementare gli organici dei Dipartimenti di Salute Mentale assolutamente inadeguati a soddisfare i bisogni di salute della popolazione e con particolare urgenza di sbloccare le liste delle graduatorie già approvate per consentire l’assunzione del personale.
Segue relazione del Direttore del Dipartimento che in modo estremamente informato e dettagliato descrive l’attività svolta dal Dipartimento in tema di dipendenze (punto 3) a compensare l’intervento previsto nella riunione del 10/12/2021 del Dott. Casella essendo stata rinviata la riunione per mancanza del numero legale e problemi tecnici sopraggiunti. Gli interventi della Presidente della Consulta Regionale per la Salute Mentale laddove ve ne sia bisogno completano ed arricchiscono il quadro esposto che tocca qui e lì anche altri argomenti come le vicende proprietarie dell’immobile dove ha sede il CD e la CT di via Montesanto, questione ormai “storica” e già nota da anni e tuttora irrisolta, le recenti nuove assunzioni di personale in forza al DSM, il trattamento delle dipendenze in ambito carcerario già evidenziate come forte criticità dal Direttore del Dipartimento nella riunione di novembre, etc.
Siamo già verso la fine della riunione quando si può iniziare ad affrontare il punto 4 all’O.d.G., particolarmente importante perché riguarda il Piano Regionale per la Salute Mentale 2020-2024. Tuttavia siccome il documento non era stato preventivamente trasmesso dalla presidente ai membri della consulta, diversi componenti fanno notare che è impossibile commentarlo e discuterlo. Il provvedimento, spiega la D.ssa Pezzi che lo aveva ricevuto in qualità di Presidente della Consulta Regionale per la S.M. e poi trasmesso ai diversi Presidenti delle Consulte Dipartimentali, è peraltro ancora in stato di bozza, quindi in nessun modo rintracciabile e consultabile in rete. Il documento, spiega la Presidente Gentili, era troppo lungo e impegnativo per sottoporlo “integralmente” all’esame della consulta. Passa quindi alla lettura di una sua propria personale sintesi del testo corredata da autonome valutazioni e ed osservazioni. L’attenzione però a quel punto è inevitabilmente calata sia per l’avvicinarsi dell’orario previsto per la chiusura dell’incontro, ma soprattutto perché tale lettura viene ritenuta inopportuna da un uditorio che non ha avuto la possibilità di farsi una propria autonoma idea del provvedimento. La Presidente si impegna a inviare quanto prima il documento a tutti i membri anche se lo stesso ovviamente non
potrà essere oggetto di discussione.
Per il punto 5 all’ordine del giorno (varie ed eventuali) prende infine la parola il rappresentante di Agave che pone il tema della agibilità istituzionale e della azione propositiva che l’organo Consulta dovrebbe poter esercitare (questione già posta a dicembre ma inevitabilmente caduta nell’oblio dopo la sospensione della seduta) coerentemente con le funzioni affidatele dal provvedimento istitutivo (D.D.G. n. 558 dell’1/6/2017) che comprende tra gli altri compiti della consulta anche quello di verificare i livelli di prestazione garantiti ed erogati e proporre le iniziative ritenute più opportune per il miglioramento dell’assistenza. In particolare si propone che per poter essere un effettivo strumento di controllo della qualità dei servizi per gli utenti, la Consulta possa affidare a propri membri il compito di partecipare con diritto di tribuna alle riunioni dei Comitati Tecnico Scientifici delle UOC ovviamente con il dovuto preavviso e individuando i membri scelti per tale ruolo tra chi non abbia conflitti di interesse rispetto alle strutture con le quali entrerà in contatto. Essendosi ormai esaurito il tempo a disposizione si decide di rimandare la discussione a specifico punto da inserire nell’O.d.G. della riunione successiva.
Dunque, è legittimo domandarsi dove questa Consulta stia andando? Dopo l’incontro stimolante di novembre a seguito di una maggiore richiesta di attenzione dei membri della Consulta alle attività del Dipartimento e della politica regionale in tema di salute mentale, incontro che ha visto una partecipazione più attiva dei suoi membri e la richiesta unanime di un confronto diretto con il Direttore Generale, ritorna una modalità soporifera quasi paradossale: la lettera alla Regione sulla carenza di personale, richiesta a novembre, inviata a dicembre e già condivisa tra tutti i membri (la Presidente l’ha inviata per conoscenza a tutti il 17/12/2021) torna “in lettura” come punto all’ordine del giorno della riunione del 10/12/2021 e, essendo sospesa quella riunione per mancanza di numero legale e problemi tecnici, riproposta ancora nella riunione del 10/02/2022. Chissà che fine ha fatto la riunione di gennaio e il calendario del 2022 tuttora ignoto. Pazienza, pensiamo ai contenuti. A dicembre, alla nostra richiesta sull’incontro diretto con il Direttore Generale Dott. Tanese, ci fu risposto che avremmo aspettato di incontrarci in presenza ed in situazione meno emergenziale. Aspettiamo ma non Dimentichiamo. Nel frattempo va dato atto che il Direttore di Dipartimento ha provveduto a condividere con i membri della Consulta i dati del “dopo di noi” e quelli sul personale del DSM, ma, soprattutto questi ultimi, non sono mai stati discussi nel dettaglio (avevamo provato a chiedere lumi a dicembre ma le risposte furono poco precise e la seduta, si sa, è evaporata), tenendo conto che sono di maggio 2021 e noi siamo a febbraio 2022. Per fortuna che il Direttore del Dipartimento è estremamente preciso nelle sue comunicazioni e, come disse nella riunione di novembre, DSM e Consulta giocano nella stessa squadra, hanno lo stesso obiettivo. Su questo ultimo punto possiamo anche concordare, ma essere nella stessa squadra, sinceramente, proprio no. La Consulta, pur essendo un organo del DSM, è un interlocutore autorevole per l’istituzione, e rappresenta e tutela l’interesse dei cittadini, di chi, alle proprie spalle, non ha Direttori, Presidenti, incarichi o potere, ma solo esigenze di cura di qualità. E dovrebbe farsi carico di tutto il peso e di tutta la responsabilità di questo. Magari riuscissimo a rappresentarli al meglio questi cittadini. Invece non ci accorgiamo che le parole spese quell’unica volta al mese nella quale ci ritroviamo come membri della Consulta sono già state dette tante volte, gli argomenti si ripetono senza tema di affrontarli e provare a risolverli, o facendo evolvere gli interventi e le iniziative di denuncia. Questa della carenza del personale poi è un’arma a doppio taglio. È vero che la Consulta può esercitare pressione sulla carenza di personale ma su questo non può esserci una delega in bianco, è compito di chi eroga i servizi pubblici e di chi li dirige accorgersi della deviazione dai livelli essenziali di assistenza e denunciare la carenza: la ASL non è un’azienda privata, è dovere del dipendente pubblico garantire il servizio alla cittadinanza.
Poi il DSM non ha bisogno di aumentare semplicemente i numeri. Ha bisogno di qualità e innovazione. Di trasparenza e condivisione delle informazioni. La discussione del piano regionale per la salute mentale nel poco tempo rimasto disponibile rispetto a quello che sarebbe necessario, l’aggiunta del punto all’ordine del giorno pochi giorni prima e senza aver preliminarmente condiviso il testo del piano non è cosa da poco. Non siamo la Consulta delle cardiopatie, ci occupiamo di Salute Mentale e il piano regionale è di nostro interesse, anche se è una bozza. L’esercizio autorevole del nostro ruolo richiede lo studio dei provvedimenti, l’acquisizione delle informazioni necessarie ad esprimere un parere sensato e non improvvisato. Invece i dati arrivano in ritardo e i testi neanche arrivano. Dovrebbe inoltre essere interesse di tutti i membri della Consulta, effettivi e invitati permanenti, cogliere l’opportunità di discutere insieme e con competenza i temi sensibili e di rilevanza sanitaria. Si pone il problema dell’agibilità istituzionale della Consulta. Che poi sarebbe il suo vero significato, il suo vero ruolo. Anche comprendere quali sono i suoi limiti di azione. La delibera 143 che la istituisce, la delibera del Direttore Generale che ne specifica le funzioni rimangono generici rispetto alla concretezza dei problemi che la Consulta recepisce ed occorre chiarire i suoi margini di intervento: la Consulta del DSM deve conoscere direttamente lo stato dei servizi del DSM? Può visitare le strutture avvisando con opportuno anticipo o deve chiedere il permesso? Può assistere alle riunioni dei Comitati Tecnico-Scientifici delle UOC così come fu chiesto e preteso per la Consulta Regionale in Regione? È necessario rispondere a queste domande senza ulteriori esitazioni e rendere la Consulta quel punto di riferimento nel territorio e per le strutture del DSM che meriterebbe di essere.

RIFLESSIONI SULLA CONSULTA DSM ROMA 1 – 11/02/2022
TWITTER
YouTube
Instagram