Salute Mentale e Consulte: denunciamo i problemi, tuteliamo i pazienti

Salute Mentale e Consulte: denunciamo i problemi, tuteliamo i pazienti

Il 10 febbraio 2023 la Consulta DSM. della ASL Roma 1 si è svolta lasciando aperti gravi interrogativi. Nel variegato ordine del giorno definito dalla Presidente, senza dubbio in accordo con la Direzione DSM, c’era un po’ di tutto: dallo scioglimento della Consulta municipale per la Salute Mentale del Municipio 13, alla gestione dei senza fissa dimora nel Municipio 1, dal festival cinematografico “Lo Spiraglio” ai “lavori di intervento” nel Centro Diurno di Valle Aurelia e nella Comunità di Marcigliana fino alla comunicazione della nomina della Presidente al vertice della Consulta Cittadina Salute Mentale di Roma Capitale. Tutti aspetti rilevanti che riguardano la Salute Mentale del territorio, ma con ricadute diverse sulla popolazione e sugli utenti.

In tutto questo, i protagonisti della politica (gli assessori) ed i tecnici del Dipartimento (responsabili di UOC e direttori) o sono assenti o sfrecciano come meteore con orbite più o meno allungate, ponendo da subito la condizione di poter stare poco, di avere altri impegni inderogabili e limitare la discussione allo stretto necessario. Ci è stato fatto notare che avremmo dovuto abbassare i toni della discussione, ma già la constatazione precedente ci sembra sufficiente per ribaltare il tavolo. Come è possibile tenere in piedi l’unico organo consultivo in cui la cittadinanza può esercitare un controllo sulla qualità delle cure psichiatriche e sulla politica sanitaria del DSM se la controparte esprime il minimo della disponibilità all’ascolto e al confronto? Ci domandiamo come non sia la Presidente di turno a rovesciare il tavolo. I familiari cosa potranno raccontare dopo questi incontri? Ma c’è di più, purtroppo.

Tralasciamo la questione della consulta municipale (la cui esistenza non sarebbe stata necessaria se gli assessori fossero stati più presenti in Consulta DSM e se la stessa si fosse aperta maggiormente alle istanze delle associazioni di familiari, utenti e volontariato) e della gestione dei senza fissa dimora per i quali è ancora in via di definizione un protocollo integrato che ottimizzi gli interventi degli psichiatri.

La questione cruciale è che la Presidente della Consulta DSM ASL Roma 1 è stata anche eletta Presidente della Consulta Cittadina configurando un accumulo di cariche in una persona sola. Questo, oltre ad inficiare l’attività della Consulta DSM rischia di rallentare pesantemente le attività della Consulta Cittadina. Al di là di quanto consentano i regolamenti, esiste un’etica delle opportunità che dovrebbe spingere la Presidente a compiere una scelta. Non è pensabile un accentramento tale di incarichi e potere che si traduce in una riduzione degli spazi di democrazia, già messi pesantemente sotto pressione dallo scioglimento della Consulta Regionale e da certe affermazioni di esponenti del governo. Non ne ha bisogno la Salute Mentale e la tutela dei pazienti e delle persone fragili.

Dall’ultima elezione della presidenza della Consulta DSM fu sentimento comune rilanciare l’attività dell’organo che era rimasto, nel triennio precedente, in una sorta di coma vegetativo. Pur non condividendo le impostazioni dell’attuale Presidente ci siamo subito resi disponibili a collaborare (come tutti gli altri) ed abbiamo continuamente segnalato problematiche e proposto soluzioni. Tra esse la conoscenza diretta delle strutture del DSM a partire dai primi mesi del 2022. Dopo un anno siamo riusciti a visitare un solo Centro Diurno (Via Monte Santo) a ottobre 2022. Nel frattempo, dal nuovo insediamento, è accaduto di tutto: dalla riorganizzazione discutibile dei Centri Diurni al peggioramento dell’assistenza dovuto all’emorragia di personale, dalle difficoltà legate alla pandemia allo scioglimento della Consulta Regionale. Pensiamo che dai dati di fatto non è tollerabile un sovraccarico ulteriore degli impegni, visto che già quelli richiesti dal DSM della ASL Roma 1 non ricevono risposte adeguate. Abbiamo posto a verbale la richiesta di Agave alla Presidente di fare una scelta. La risposta, che esprime la volontà di mantenere entrambi gli incarichi, è grave e preoccupante.

Così come è preoccupante la gestione improvvida dei servizi pubblici riscontrata al Centro Diurno di Valle Aurelia. Dal punto dell’ordine del giorno, sapientemente formulato, non emerge la gravità del fatto, da noi segnalato alla Consulta con comunicazione del 01/02/2023. Il Direttore della UOC Distretto 13 ha chiuso il Centro Diurno con ordine di servizio emanato alla chiusura della struttura per il giorno dopo, causa malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento, dando disposizioni agli operatori (ad orario scaduto) di avvertire gli utenti. Il giorno dopo disponeva riunione organizzativa per la ricollocazione dei servizi. Abbiamo sottoposto questo aspetto alla discussione in Consulta (dopo pochi minuti il Direttore della UOC, presente, sarebbe andato via) perché si ipotizza un’interruzione di servizio senza adeguato preavviso, con l’aggravante che la problematica dell’impianto era nota da settimane e di questo non era stata minimamente allertata la Consulta stessa.

Ci siamo accalorati nel denunciare la superficialità con la quale si è operato e la gravità di possibili conseguenze, ma la risposta del Direttore della UOC e dei tecnici del DSM ha teso a minimizzare l’accaduto, in nome di un’ottimistica quanto approssimativa e frettolosa visione del fatto. La Dott.ssa Pezzi ha opportunamente ricordato quanto accaduto in una situazione simile qualche anno fa a Via Borromeo per rimarcare la tendenza a sottovalutare le esigenze e la sensibilità dei pazienti. L’interlocutore principale non ha risposto adeguatamente, è dovuto andare via prima, lasciando ad altri la risposta che non ha risolto il fatto che un illecito è stato commesso da un dipendente di un servizio sanitario pubblico. Sorprendente l’assenza di commenti e risposte da parte della maggior parte dei soggetti sociali interessati e la cautela inopportuna della Presidente. Probabilmente tutto si penserà risolto con la scrittura dell’ennesima lettera, mentre i pazienti e i familiari attenderanno il prossimo disservizio. Noi cercheremo di trovare una strada per evitarlo.

Quanto osservato, così come altri episodi e constatazioni sulle condizioni di lavoro dei servizi psichiatrici, riflette una situazione che ci indusse alla fine del 2021 a pretendere un incontro con il Direttore Generale. Quell’incontro collettivo non è mai avvenuto, rivelando un’assenza non solo fisica ma anche istituzionale sul piano della progettazione di una politica sanitaria per il DSM.

Lavorare per riqualificare il ruolo della Consulta in queste condizioni è estremamente faticoso, perché oltre alla mancanza di disponibilità al confronto è piuttosto difficile raggiungere i livelli di trasparenza e condivisione delle informazioni necessari per comprendere le attività del DSM.

Nel caso dell’evento festival cinematografico “Lo Spiraglio”, progetto di eccellenza del DSM in collaborazione con Roma Capitale e sotto la competenza sempre del Direttore della UOC Distretto 13, la Consulta sa ben poco e per questo è stato inserito il punto all’ordine del giorno e convocato il Direttore stesso. Il quale ha descritto e valorizzato il progetto, ma molti punti rimangono ancora da chiarire. Essendo un progetto del DSM orientato a promuovere il lavoro di pazienti esperti ed a diffondere una cultura della salute mentale, la Consulta dovrebbe essere coinvolta. Dopo averlo richiesto abbiamo saputo che il progetto è finanziato con 45000 euro da Roma Capitale e che il DSM provvede alla componente tecnica dello staff per quanto concerne il direttore scientifico (il Direttore della UOC stesso) e la responsabile del progetto (sempre la stessa persona dalla nascita dell’evento). Esistono poi almeno un consulente esterno, ma non è chiaro se ve ne siano altri, più altre 24 persone indicate nel sito web, tra le quali figurerebbero utenti esperti. Essi vengono selezionati da un’equipe di quattro tecnici, tra i quali sempre il Direttore UOC e la responsabile del progetto, per ricevere una borsa lavoro finalizzata al contributo alla realizzazione del festival. Queste informazioni non sono deducibili dal sito web, né descritte in qualche documento attestante le attività del progetto. Inoltre, non è chiaro se esiste un comitato di controllo del DSM e/o del Comune che convalidi le decisioni economiche, organizzative e culturali dello staff. Per quale motivo non siamo a conoscenza di questi dettagli e non esiste una documentazione che li riporti?

Il funzionamento di un servizio pubblico prevede il rispetto di diversi principi fondamentali, tra i quali il principio di doverosità, secondo il quale il servizio va garantito e nel caso del servizio sanitario vanno garantiti i Livelli Essenziali di Assistenza, e il principio di continuità, secondo il quale il servizio non può essere arbitrariamente interrotto. Il funzionamento di un organo di controllo e garanzia quale una Consulta di cittadini e associazioni del terzo settore prevede il rispetto dei principi di trasparenza e democrazia. A questo punto è bene ricordarlo sempre.

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